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Biografie dei fotografi

 

 Don Peppino Finocchiaro, fotografo in Librizzi fino al 1943 circa. Aveva lo studio all'inizio della Via Fontanella, in una costruzione oggi scomparsa, alle spalle dell'attuale caserma dei carabinieri. Di lui si sa che vive per qualche tempo negli Stati Uniti, dove era sposato ed aveva avuto due figli. Rientrato in Italia convive con Angelina Procopio, da cui ha altri due figli. Successivamente convive con Maria Corrente: da lei ha quattro figli. Abbandonata la professione di fotografo, alla fine della seconda guerra mondiale si trasferisce a Messina: lì, in via Cesare Battisti, con la sua compagna avvia un negozio di abbigliamento. Don Peppino Finocchiaro muore negli anni '60. Era fratello di Maria Antonia Finocchiaro, madre del prof. Carlo Allegra. In genere, le sue foto riportano il nome dell'autore impresso a secco.

 

Giuseppe, detto Pippo, Gatani è stato fotografo in Librizzi e Patti. Nato a Librizzi il 25.5.1935, si appassiona alla fotografia nel 1953 circa, quando il maresciallo Scaffidi torna da Cefalù con una Comet II 4x6: prima fa da modello e si fa fotografare mentre suona la fisarmonica, poi, a sua volta, impugna la macchina fotografica e si abbandona al piacere della ripresa. Seduta stante decide che quella macchina deve essere subito sua e l'ottiene per 4.500 lire, grazie al denaro regalatogli dallo zio Andrea Granata. Ragazzo simpatico ed esuberante, si dedica ai ritratti delle ragazze, che riprende, con grande successo, con lo sfondo di margherite e ciliegi in fiore. Fa sviluppare i suoi rullini a Patti da Piccione, e comincia a racimolare qualche soldo. Visto il successo e la sua passione per la fotografia decide di acquistare una macchina più sofistaca e passa alla Zeiss Icon a soffietto 6x6 per la quale spende la somma di 13.000 lire: il successo gli arride, scatta grandi quantità di foto che, dopo la stampa presso Piccione, rivende a 16 lire ciascuna. Lo chiamano per i primi matrimoni, e ormai è noto su tutto il territorio comunale. Il 4 marzo 1957 è chiamato a svolgere il servizio militare a Trapani: anche in caserma sente il bisogno irrefrenabile di fotografare i commilitoni e, visto la quantità di immagini che stampa, viene preso a ben volere dai fotografi professioni di Trapani, che l'aiutano donandogli pubblicazioni tecniche. Dopo il CAR viene trasferito a Catania, dove continua a dedicarsi alla fotografia nei momenti liberi: fa sviluppare le sue immagini nei laboratori di Via Etnea e i fotografi catanesi l'introducono ai segreti della camera oscura. Nell'agosto del 1958 si congeda e torna a Librizzi, dove diventa complice di Mario Collorafi, che aveva, a sua volta, appreso qualche rudimento di fotografia da militare nel corso della seconda guerra mondiale. Decidono di sperimentare il lavoro di sviluppo e stampa: Mario compra a Messina i prodotti necessari e allestisce una rudimentale camera oscura, che non è a prova di luce come dovrebbe. I risultati sono deludenti, ma Pippo non demorde e realizza una propria camera oscura a casa sua. Lavora di notte con la luce rossa, per avere il massimo risultato e comincia a stampare a contatto, con il torchio. Nel luglio 1959 apre lo studio fotografico in via Del Carmine a Librizzi Centro, davanti all'abitazione di don Ciccino Lisi, dove lavora per dieci anni. Viene conosciuto e apprezzato in una vasta area e i suoi servizi vengono richiesti anche da Patti, San Piero Patti, Oliveri, Gioiosa, ... A pasqua del 1968 comincia a lavorare con i negativi a colori. Nel 1969 trasferisce lo studio in Via Umberto I di Librizzi Centro e nel giugno 1970 compie il gran salto: si trasferisce a Patti, dove lavora con successo per altri 38 anni. Sue sono le immagini di varie cartoline di Librizzi, tra le quali quelle del paese sotto la neve nel 1962. A Patti è il fotografo ufficiale del funerale del Vescovo Monsignor Pullano, oltre che di tante manifestazioni culturali e politiche. Oggi vive a Patti con la moglie Maria Verdone sposata il 25.10.1958.

 

enrico taviano, fotografo in patti

Enrico Taviano è stato fotografo in Patti. .

 

taviano, fotografo

Cav. Francesco Taviano,

è stato fotografo in Patti.

 

studio fotografico artino

Studio Fotografico

Artino

 

Formati di stampa e di montaggio



La stampa fotografica veniva ritagliata dal foglio sensibilizzato, esposto e trattato, utilizzando appositi taglierini (trimmer) e sagome rigide di cui seguire il contorno. In tal modo era possibile rifilare il contorno ottenendo anche ovali e rettangoli con proporzioni diverse tra larghezza e altezza. Il modello per il ritaglio era denominato calibro, in metallo o vetro con la necessaria impugnatura per manovrarlo. L'aspetto di un calibro per il ritaglio delle stampe fotografiche è, grosso modo, quello di una sorta di timbro dalla larghissima base.

La stampa così ritagliata veniva infine montata, generalmente a caldo, sul suo supporto di cartoncino, in modo che non si sciupasse maneggiandola. Ne deriva che le misure del calibro erano necessariamente contenute in quelle del corrispondente cartoncino di montaggio e dovevano comunque mantenerne le proporzioni.

I cartoncini venivano realizzati con un assortimento di vari formati e i volimi di mercato erano, a cavallo tra Ottocento e Novecento, strettamente corrispondenti alle stampe effettivamente consegnate ai clienti. La produzione e il commercio dei cartoncini fotografi di montaggio costituiva quindi un fenomeno economico di un certo rilievo.

Ecco riportate le misure in millimetri dei diversi calibri generalmente utilizzati per le stampe e dei corrispondenti formati di cartoncino di montaggio. Le dimensioni erano comunque soggette a una certa tolleranza, a causa delle variazioni che la carta fotografica subisce asciugandosi e a seconda delle lavorazioni che i fornitori di cartoncino esguivano sui bordi (smussature, dorature, impressioni e caldo...).

In ogni caso le denominazioni di riferimento erano quelle raccolte nella tabella che segue.

Si noti infine che il Formato Victoria, così designato in omaggio al nome della regina inglese, era in italia conosciuto piuttosto con il nome di Formato Margherita, in patriottico onore della regina d'Italia. Il formato Salon, chiamato anche Cabinet era reso invece col termine italiano Gabinetto. Il Formato Nature corrisponde a un ritratto a mezzo busto riprodotto a grandezza naturale.

Denominazione Calibro Cartoncino
Mignonette 52 perchè* 33 60 perchè* 35
Pocket 70 perchè* 35 75 perchè* 37
Visite (Visita) con filetto 92 perchè* 54 104 perchè* 62
Visite (Visita) senza filetto 94 perchè* 56 104 perchè* 62
Turista 105 perchè* 65 108 perchè* 67
Victoria (Margherita) 105 perchè* 70 126 perchè* 80
Album 137 perchè* 100 165 perchè* 110
Super Album 141 perchè* 100 165 perchè* 110
Promenade 190 perchè* 93 210 perchè* 100
Boudoir 200 perchè* 125 220 perchè* 133
Salon o Cabinet (Gabinetto) 217 perchè* 160 250 perchè* 175
Artiste 260 perchè* 200
Famiglia 220 perchè* 230
Excelsior 320 perchè* 260
Panel 400 perchè* 300
Famiglia Grande 340 perchè* 220
Excelsior Grande 380 perchè* 250
Panel Grande 450 perchè* 280
Royal 550 perchè* 380
Nature 650 perchè* 480

Gabriele Chiesa (tratto da internet)


A partire dalla fine del 1866 si affermò un nuovo tipo Il Formato Gabinetto (14 x 10.5 cm.) si affermò a partire dalla fine del 1866.

 

 

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